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Multimedia Edizioni

A braccia aperte

A braccia aperte

Devorah Major

Collana: Altre Americhe

Pagine: 136

Traduzione: Raffaella Marzano

Cura: Raffaella Marzano

Prezzo di listino €15,00 EUR
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Imposte incluse.

A braccia aperte è una cerimonia e un lamento d’amore. Con cuore aperto e braccia aperte (...) Queste poesie sono dirette e provengono dal corpo e dall’anima per aprire i nostri cuori alla consapevolezza del razzismo che ci separa come esseri umani e della violenza che ci disumanizza. (Genny Lim). Il primo libro italiano di Devorah Major, una regina della poesia afroamericana.

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Devorah Major è la mia guida nel viaggio. La sua è sempre stata l’unica strada emotiva da seguire. La sua abilità nello scavare nella realtà è invincibile; ecco l’opera perfetta di un assolo di tromba, poesia come guida per tornare al nostro vero presente.
Noi siamo quelli nati ostinatamente per la resistenza. In segno di sfida, sottraiamo le nostre ginocchia. Recitiamo la biografia di John Brown e a lui ci inchiniamo. Major è la parte migliore della comunità in cui sono cresciuto; la nostra connessione a un dialogo tra artisti e rivoluzionari senza vincoli temporali o geografici.
Viviamo oppressi. Perduti nell’egemonia, trascorriamo giorni più folli della società che stiamo impersonando. Viviamo in città in cui i numeri degli indirizzi delle nostre case sono smangiucchiati, sfregiati e dispersi lungo strade gentrificate. La mania di controllo produce migliaia di parabole. Milioni di persone a disagio tra il cappotto di un predicatore e l’operato di un poliziotto. Quale parte della nostra repressione potrebbe produrre una buona poesia?
Le classi dominanti ci farebbero tagliare le dita, le attaccherebbero a ossa di balena, così da potercisi grattare la schiena. Vorrebbero conformare le nostre menti alla repressione capitalista e farci credere che i risultati del gangsterismo siano logici. Quale parte della poesia sarà martire di stato?
Negli anni ’80, gli imperialisti trovarono in guerra e profitto, il loro jazz. Un mestiere da modernizzare. Ero un bambino allora. E anche senza che mi avessero insegnato la religione, sapevo soffrire. Stavo creando pubblico per la mia verità. Un ragazzino che borbottava tra sé e sé. Major mi ha insegnato che una poesia richiama masse. Ho smesso di parlare sottovoce. Mi ha insegnato quanta fisicità e pratica di lotta occorra per scrivere poesie.
Ecco donata a noi una mente che per i suoi principi di armonia non sarebbe insolita; eppure è innegabilmente un punto d’incontro senza precedenti di arte, spirito e impegno per la liberazione. La Major è mia zia a un tavolo da gioco che racconta le storie più belle un giorno prima dell'incursione della polizia. Leggendo le sue poesie, questo mondo pertanto deve essere ritenuto preliminare, e Devorah Major è il segno dello spirito a venire. È mio onore essere un poeta del suo tempo.

Tongo Eisen-Martin

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