L'Arcano del Vietnam
L'Arcano del Vietnam
Jack Hirschman
Collana: Altre Americhe
Pagine: 176
Traduzione: Raffaella Marzano
Cura: Raffaella Marzano
L’Arcano del Vietnam è un “libro miracolo”. Scritto nel 1972, rifiutato da vari editori, perduto per tanti anni e poi “miracolosamente” ritrovato, rappresenta un punto nodale nella formazione e nella costruzione della coscienza letteraria, poetica e politica di Jack Hirschman. Atto di accusa e di partecipazione l’opera si immerge in un momento tragico della storia degli Stati Uniti che ha profondamente ferito l’animo di un’intera generazione, incrinando definitivamente il “sogno americano”.
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Scrive l’autore “Anche se ho trascorso la mia infanzia durante la Seconda Guerra Mondiale e quella guerra ha prodotto i suoi effetti negativi su tutti – anche su quelli nati dopo la sua fine – la guerra americana in Vietnam fu la più grande catastrofe nella vita degli adulti della mia generazione e non deve essere dimenticata nella nostra epoca e in quelle future”.
Questo Arcano riflette la posizione etica assoluta del suo autore, pacifista ma soprattutto fiero oppositore della distruzione cieca e barbarica in nome dell’imperialismo, perpetrata dal suo stesso paese, di questo piccolo Stato a mani nude, pacifico ed innocente, in marcia verso la propria indipendenza e in lotta per ritrovare la sua unità infranta. Traduce anche il nascere di una lingua poetica audace al servizio di un messaggio ideologico e politico senza ambiguità.
L'Arcano del Vietnam è dunque quel testo ritrovato e rivisitato in cui ci è possibile vedere il modo in cui sono utilizzati diversi campi di forza: il vudù vietnamita, la cabala ebraica e lo spirito della rivoluzione.
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«Hirschman è un gigante che veleggia dentro e fuori il pianeta, ha mani come galassie, è la storia stessa dell'umanità...Non si può smettere di leggere questo testo laicamente sacro. Genio assoluto, fonte che straripa, voce di tutte le voci. Che versificazione, che anima dolente, che rabbia devastante, che preghiera a nessun Dio. È una poesia che viene da lontano, le mie stesse radici ne sono imbevute.».
- Mauro Macario