La sabbia dell'esilio
La sabbia dell'esilio
Paul Laraque
Collana: Altre Americhe
Pagine: 1988
Traduzione: Giancarlo Cavallo
Cura: Giancarlo Cavallo
L'elemento dominante della poesia di Paul Laraque è l'esilio, che l'arricchisce di un sapore struggente e mai patetico, e la rende una delle voci più alte che ci provengono dal nuovo mondo, in cui ben si fondono il lirismo e la lotta politica. Una delle grandi voci "di liberazione" della poesia haitiana del secondo Novecento.
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La poesia di Paul Laraque si inserisce nel solco di quel particolare surrealismo noto da noi soprattutto attraverso la "négritude" di Aimée Césaire, che ad Haiti prende il nome di "Indigenismo". Alla rivendicazione dei caratteri originali della propria cultura (religione vudù e lingua creola innanzitutto) ed alla lotta contro il colonialismo imperialista, si fondono l'erotismo, la tenerezza dell'amore, l'incantevole immaginario onirico e la resa pittorica della rigogliosa natura caraibica, fino a creare una cifra stilistica inconfondibile.
Ma l'elemento dominante della poesia di Laraque è l'esilio, che la arricchisce di un sapore struggente e mai patetico, e la rende una delle voci più alte che ci provengono dal nuovo mondo, in cui ben si fondono il lirismo e la lotta politica. Dal punto di vista formale l'autore usa in alcune sue composizioni il verso libero, tipico del Surrealismo, in altre, strutture più rigide, caratterizzate da rime e rime interne (ma c'è perfino una ripresa del canonico commiato all'interno della "Ballata dell'esilio") a cui si presta particolarmente bene la musicalità della lingua francese, che Laraque utilizza parallelamente al creolo.