Museo della classe operaia
Museo della classe operaia
Juan Carlos Mestre
Collana: Poesia come pane
Pagine: 184
Traduzione: Raffaella Marzano
Cura: Raffaella Marzano
Nuovo, straordinario libro di Juan Carlos Mestre, uno dei protagonisti della poesia spagnola contemporanea. Un testo meraviglioso e complesso. Opera imperdibile!
Museo della classe operaia scava tra le macerie del Novecento; per liberarsi di tutti quei comportamenti estranei al dolore della rappresaglia. Contro la cultura dell'oblio, Mestre propone una dialettica della memoria per riscattare, tra le macerie, il volto anonimo della vittima e la dignità dell'umile ("gli ultimi della fila tranquilli dice loro non sarete mai i primi"). In questo viaggio, Mestre continua il suo tenace impegno di rinnovamento e accresce la sua sfida alla tradizione poetica e al prestigio lirico ("le belle parole sono finite per te"). La sfida ai piedistalli della grammatica non vuole essere una semplice esplosione, ma fondamento per l'indagine poetica che, partendo dai frammenti e dalle scintille, costruisce nuovi instabili ponti verso la rivelazione. Sotto la presenza tutelare di Rimbaud, si evoca criticamente le avanguardie (mai la nostalgia e ancor meno la riverenza), quel che qui poco ha a che fare con l'irrazionalismo, piuttosto con una denuncia contro la ragione descrittiva, con un'incursione nei limiti del linguaggio che sono, è risaputo, i limiti della conoscenza. Logica sovvertita, ma non assenza di logica. Frammenti di realtà ridisegnati nella geometria in movimento dell'immaginazione ("tutta la geometria è un contrattempo dell’occhio come la grandine i denti del cielo "). Ne è prova il rifiuto della gerarchia e della struttura tradizionali del poema, che si traduce in un testo senza centro, senza figure o sfondi definiti. I paralleli portano così alla pittura e alla musica contemporanee.
Emilio Torné